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- Data di creazione 09/01/2025
- Ultimo aggiornamento 09/01/2025
MACHIAVELLI NICCOLO' - IL PRINCIPE - CAP. 18
Essere onesto e leale è certamente una qualità apprezzabile in un principe. Tuttavia spesso capita di vedere, nella realtà, che abbiano più successo i principi che ingannano e che non mantengono la parola data piuttosto che quelli leali. Ci sono due modi di governare, uno propriamente umano, mediante le leggi e uno proprio delle bestie, mediante la forza. Un principe accorto deve sapersi avvalere dei mezzi propri della bestia e dell’uomo. Quanto ai primi, il principe deve essere al tempo stesso volpe e leone, saper cioè ricorrere all’astuzia e alla forza secondo le circostanze e le necessità. Il leone sa spaventare e sa difendersi dai nemici (dai lupi), ma non sa vedere le trappole, come fa invece la volpe. Machiavelli attribuisce grande importanza all’astuzia volpina, che comporta spesso il non tener fede alla parola data e il ricorso all’inganno, se questo è necessario per conservare il potere e se sono venute meno le ragioni della promessa. Gli uomini, infatti, sono malvagi e bugiardi, perciò il principe deve regolarsi di conseguenza. Non gli mancheranno senz’altro i pretesti per giustificare e mascherare le sue inadempienze, se saprà essere bravo a mentire, anche perché gli uomini sono ingenui e di corta memoria, per cui troverà sempre chi si lascerà ingannare. Un principe non deve possedere tutte qualità buone, anzi, se le ha e ne fa sempre uso questo può addirittura danneggiarlo. Deve però far credere di averle, sembrando clemente, degno di fede, umano, onesto, religioso. Deve anche esserlo veramente, ma se necessario anche non esserlo, adattando il proprio comportamento alle circostanze, facendo ricorso a condotte moralmente discutibili, pur di conservare il potere. L’apparenza però deve essere salva: il principe deve sembrare, agli occhi del popolo, clemente, degno di fede, umano, onesto, religioso. In particolare deve sembrare religioso. Pochi sono in grado di verificare da vicino quel che veramente sei, mentre la massa giudica da quel che vede in superficie. Inoltre, nel giudicare l’operato di un principe, il popolo non guarda tanto ai mezzi che ha usato quanto alle apparenze e al successo concreto di un’azione.
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