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- Data di creazione 04/02/2025
- Ultimo aggiornamento 04/02/2025
ARIOSTO LUDOVICO
Nacque a Reggio Emilia nel 1474. Indirizzato inizialmente agli studi giuridici, li abbandonò ben presto per dedicarsi alle lettere. Nel 1500, per la morte del padre, fu costretto a trovare un impiego per sostenere i numerosi fratelli. Entrò al servizio del cardinale Ippolito d’Este, fratello del duca Alfonso. Obbligato a svolgere incarichi anche di una certa delicatezza, lamentava di non potersi dedicare interamente agli studi e alla poesia. Nel 1517 passò al servizio del duca Alfonso. Nel 1522 fu inviato come governatore in Garfagnana, dove restò fino al 1525. Rientrato a Ferrara, ridusse progressivamente i suoi impegni, fino a dedicarsi completamente alle occupazioni preferite, confortato dall’affetto di Alessandra Benucci, la donna della sua vita. Morì a Ferrara nel 1533.
Le prime ottave dell’Orlando furioso costituiscono il proemio dell’opera, dedicato, come vuole la tradizione epica, alla presentazione dell’argomento e dei temi principali della storia, all’invocazione e alla dedica. Il poeta racconterà dell’amore e della guerra, di ciò che avvenne quando i Mori giunsero in Francia guidati dal giovane re Agramante, mosso dal proposito di vendicare la morte di suo padre ucciso da Carlo Magno; e svelerà ciò di cui nessuno ha mai parlato: la follia d’amore che travolse il saggio cavaliere Orlando. L’invocazione, tradizionalmente rivolta alle muse, è qui indirizzata alla donna amata, cui l’Ariosto chiede di risparmiarlo dalla pazzia amorosa, almeno fino a quando non avrà finito di comporre il suo poema. La dedica al cardinale Ippolito d’Este chiude il proemio con parole di lode e con una promessa: il poeta ripagherà il suo signore con l’opera che sta componendo.
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