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- Data di creazione 16/12/2024
- Ultimo aggiornamento 16/12/2024
D'ANNUNZIO GABRIELE
Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863 da una famiglia più che benestante. Già dai primi studi mostra subito un grande interesse per la letteratura ed è proprio negli anni del collegio che pubblica la sua prima raccolta poetica (Primo Vere). Si trasferisce a Roma ai tempi dell’università, iscrivendosi alla facoltà di Lettere ma non termina gli studi e il periodo romano sarà soprattutto una fase di lavoro giornalistico, vita mondana, frequentazione di salotti letterari e aristocratici ma anche di grandi amori e di grandi tradimenti. Per un letterato a quel tempo poteva essere facile ritrovarsi in questi vortici di passioni e vita sregolata. Pubblica i suoi primi romanzi in questo periodo, dando voce a quello che viene definito il movimento dell’Estetismo, di cui D’Annunzio è il più grande rappresentante in Italia soprattutto con il suo famosissimo romanzo Il Piacere. L’Estetismo costituisce un punto importante nel vivere inimitabile di D’Annunzio perché, oltre ad essere un movimento letterario, è un atteggiamento che coinvolge tutta l’esistenza: prevede che si viva sempre a contatto con il lusso, con le opere d’arte, che si vesta elegantissimi e che si parli solamente di argomenti elevati, disprezzando le masse e il popolo incolto. E D’Annunzio è esattamente così. La vita che conduce a Roma lo sommerge di debiti e per scappare ai creditori comincia un periodo di spostamenti per la Penisola: giunto a Venezia conoscerà colei che diventerà il grande amore della sua vita, la bellissima attrice Eleonora Duse. Questo è anche il periodo in cui D'Annunzio arriva a far suo il concetto di superuomo che sembra essere un proseguimento naturale del suo Estetismo: il superuomo infatti è colui che si distacca da ogni convenzione sociale, che rinasce come spirito libero contro le restrizioni del vivere civile e quindi della società (che appare solo come una folla informe e disgustosa). Comincia a scrivere opere per il teatro, in cui compone un altro importante romanzo, Il Fuoco, e diventa deputato del Regno d’Italia: in questa veste lotta affinché, durante la Prima Guerra Mondiale, il nostro Paese entri in guerra. Partecipa direttamente al conflitto, è presente in alcune battaglie aeree (è anche pilota!) e per un periodo, in seguito alle ferite riportate, perde la vista ad un occhio scrivendo quello che è il romanzo della sua convalescenza, Il Notturno. In seguito al conflitto mondiale, e con l’ascesa di Mussolini, D’Annunzio si ritira dalla vita politica e passa gli ultimi anni sulla villa sul lago di Garda (che diventerà poi il Vittoriale degli Italiani, un museo ancora oggi visitabile). Muore nel 1938 dopo una vita, effettivamente, inimitabile. L’importanza della sua opera è tale che gli valse l’appellativo di poeta Vate: un poeta in grado cioè di interpretare ed esprimere al meglio le tensioni e lo spirito del suo tempo storico.
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