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  • Data di creazione 21/05/2025
  • Ultimo aggiornamento 21/05/2025

LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

All’indomani della fine della Seconda guerra mondiale, il nuovo ordine internazionale assegnò ai due vincitori – Usa e Urss – il ruolo di superpotenze economiche e militari, confinando l’Europa in un ruolo subalterno. L’alleanza Usa-Urss, decisiva per sconfiggere il nazifascismo, entrò rapidamente in crisi nel dopoguerra, generando un clima di tensione ideologico-politica che sfociò in una “guerra fredda”, avente per oggetto l’egemonia mondiale. All’inizio del 1945 Roosevelt, Stalin e Churchill si incontrarono a Yalta per ridisegnare gli equilibri geopolitici europei, ma di fatto vennero delineati veri e propri “blocchi” antagonisti. A Parigi nel 1946 si giunse alla divisione dell’Europa in zone d’influenza, senza risolvere la questione tedesca su cu convergevano interessi strategici contrapposti. L’inasprirsi della crisi portò alla divisione della Germania: a Ovest nacque la filoccidentale Repubblica Federale, a Est la filocomunista Repubblica Democratica. Anche Berlino subì la stessa sorte.

La caduta del Muro di Berlino avvenne il 9 novembre 1989: era stato l’ultimo baluardo della Guerra Fredda, una barriera fino ad allora insormontabile che aveva tenuto in ostaggio una generazione di berlinesi. L’evento, innescato da un malinteso, fu il preludio alla riunificazione della Germania e alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.

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