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- Data di creazione 10/12/2024
- Ultimo aggiornamento 10/12/2024
L'IMPERO AUSTRO-UNGARICO ALLO SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Al centro dell’Europa l’impero asburgico era uno Stato multinazionale, costituitosi nel 1867 come una doppia monarchia: della corona austriaca facevano parte, oltre all’Austria, anche la Boemia, la Galizia polacca, la Slovenia, il Trentino e la Venezia Giulia; della corona ungherese facevano parte – con l’Ungheria – la Slovacchia, la Croazia e la Transilvania. Austria e Ungheria erano Stati sovrani, ciascuno con il proprio Governo e il proprio Parlamento, ma avevano un solo imperatore: Francesco Giuseppe, che era salito al trono austriaco nel 1848. Nonostante la formale unità, però, l’impero era indebolito dalle divisioni etniche.
Ai conflitti etnici si aggiungevano grandi disuguaglianze sociali. Tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento, l’industria ebbe un notevole sviluppo in Austria e Boemia, mentre l’economia dell’Ungheria e della Transilvania continuò a basarsi su un’agricoltura arretrata e povera. Al vertice della società continuava a rimanere un’aristocrazia che basava il suo potere (e il suo tenore di vita principesco) su sterminate proprietà terriere: in Ungheria, per esempio, l’1% della popolazione possedeva più del 50% della terra. Solo nelle regioni più progredite si andava formando una moderna borghesia imprenditoriale, che era tuttavia ancora poco numerosa e povera di mezzi.
A causa delle disuguaglianze economiche e sociali e dei conflitti etnici l’Impero austro-ungarico era in crisi. Un suo grande punto di forza restava tuttavia l’antica sua tradizione imperiale. La figura dell’Imperatore, soprattutto, costituiva nell’Impero un simbolo unificatore molto potente, che si collocava al di sopra delle nazionalità e delle loro diversità. C’erano nell’Impero anche altri elementi di forza. Innanzitutto un esercito fedele e ben addestrato. Poi, una burocrazia efficiente, che garantiva il buon funzionamento dell’amministrazione pubblica: il fisco, le scuole, i servizi postali, per esempio. La magistratura austriaca era considerata un esempio di imparzialità anche dalle minoranze, come gli Italiani del Trentino e i Polacchi della Galizia. Infine, la dinastia regnante, gli Asburgo, rimasta fedele al cattolicesimo fin dai tempi della Riforma protestante, poteva fare affidamento sull’appoggio della Chiesa cattolica.
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