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  • Data di creazione 08/05/2025
  • Ultimo aggiornamento 19/05/2025

NAPOLEONE BONAPARTE

Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769. Apparteneva a una famiglia di ceto medio e da giovane guardò con simpatia al movimento indipendentista corso, che voleva staccare l’isola dal Regno di Francia. Nel 1784 si trasferì a Parigi per studiare alla Scuola militare e si specializzò in artiglieria. Divenuto ufficiale, sostenne la rivoluzione e nel 1793, quando in Corsica ebbe inizio una guerra civile tra indipendentisti e unionisti, si schierò dalla parte della Francia.

Nel 1793 Napoleone ebbe occasione di mostrare per la prima volta le sue capacità militari. La Francia era in guerra contro una coalizione di potenze europee e il giovane ufficiale ebbe un ruolo decisivo nella riconquista di Tolone, occupata dagli inglesi. Nel 1796, diventato generale, fu posto al comando dell’Armata d’Italia, inviata in pianura padana a combattere contro austriaci e piemontesi. La spedizione fu un trionfo: l’esercito francese occupò Milano e Napoleone divenne dominatore dell’Italia settentrionale e centrale.

Nel 1798 il generale convinse il Direttorio, che governava la Francia, ad approvare il suo piano per invadere l’Egitto, con lo scopo di interrompere le rotte commerciali degli inglesi. Il generale sbarcò così sulla costa egiziana e sconfisse l’esercito dei Mamelucchi (sovrani dell’Egitto) nella battaglia delle Piramidi. La flotta francese, però, fu sbaragliata dagli inglesi presso Alessandria e Napoleone tornò in Europa, lasciando in Egitto il suo esercito, che si ritirò poco dopo.

In Francia, i tempi erano maturi per prendere il potere: il 9 novembre 1798 (18 brumaio secondo il calendario rivoluzionario) Napoleone esautorò il Direttorio e assunse l’incarico di Primo console, diventando di fatto padrone della Francia. Il suo primo impegno fu condurre una seconda campagna in Italia, nella quale sconfisse nuovamente gli austriaci.

Il potere di Napoleone si fondava sul consenso dell’esercito, della borghesia e, in parte, degli strati popolari. Il sistema napoleonico conservava le conquiste della rivoluzione, ma in forma piuttosto moderata. Le innovazioni furono recepite dal codice civile, emanato nel 1804 e tuttora in vigore (sia pure con numerosi emendamenti), che garantiva la proprietà privata, la libertà personale, l’uguaglianza di fronte alla legge e l’autonomia dello Stato dalla Chiesa. Per l’epoca, erano misure di grande lungimiranza.

Napoleone, in ogni caso, disponeva di un potere enorme e nel 1804 poté fare il grande passo: si autoincoronò imperatore dei francesi. Formalmente la nomina era dovuta alla volontà della popolazione, che si era espressa attraverso un plebiscito, e non al diritto divino, come i monarchi dell’antico regime, al punto che Napoleone assunse il titolo di imperatore dei francesi e non quello di imperatore di Francia.

In Europa, le principali potenze (Inghilterra, Russia, Austria, Prussia) cercarono di contrastare l'espansionismo francese, temendo soprattutto che potesse "esportare" i principi della Rivoluzione. Le guerra perciò continuarono e nei primi anni dell’Ottocento Napoleone conseguì le sue vittorie più celebri, tra le quali quella di Austerlitz del 1805. Nello stesso anno, però, la flotta francese fu sconfitta dagli inglesi a Trafalgar e l’imperatore, che progettava di sbarcare in Inghilterra, dovette rinunciarvi.

Ciò nonostante, le vittorie terrestri consentirono a Napoleone di mettere sotto controllo pressoché tutta l’Europa occidentale. L’imperatore assegnò molti regni ai suoi familiari: Napoli a Giuseppe Bonaparte (che nel 1808 fu “spostato” sul trono di Madrid e sostituito dal maresciallo Murat, cognato dell’imperatore), l’Olanda a Luigi, la Vestfalia a Girolamo, tutti suoi fratelli. Molti stati tedeschi (la Germania non era ancora unificata) furono riuniti nella Confederazione del Reno, controllata dalla Francia, e la Russia, sconfitta più volte in battaglia, fu costretta a scendere a compromessi: lo zar Alessandro I nel 1807 incontrò personalmente Napoleone e si alleò con lui. Solo l’Inghilterra non era stata domata.

Nel 1808, sull’edificio napoleonico apparvero le prime crepe. In molti Paesi il dominio francese era impopolare e in Spagna una ribellione costrinse il re Giuseppe Bonaparte a fuggire. Napoleone riconquistò Madrid, ma i problemi spagnoli ridiedero vigore ai suoi nemici. L’alleanza con la Russia si rivelò precaria e nel 1812 l’imperatore allestì una grande armata per invadere il Paese. Fu un disastro: l’esercito francese si spinse fino a Mosca, ma dovette ritirarsi subito e subì perdite enormi per il freddo, le epidemie e la mancanza di viveri. L’anno successivo una nuova coalizione di potenze europee sconfisse l'armata francese, ormai pesantemente indebolita, nella battaglia di Lipsia e occupò Parigi. Napoleone perse il potere e nel 1814 fu confinato sull’isola d’Elba, mentre sul trono francese tornarono i Borbone, deposti più di vent’anni prima. Bonaparte, però, non si diede subito per vinto. Nel 1815 fuggì dall’Elba, sbarcò sulla costa francese e, grazie al sostegno di ampi settori dell'esercito e della popolazione, riprese il potere. Tuttavia, non disponeva più della grande armata degli anni precedenti e il 9 giugno fu sconfitto da una coalizione di inglesi, tedeschi e olandesi nella battaglia di Waterloo. Fu perciò costretto a consegnarsi alle truppe del Regno Unito, che lo confinarono a Sant’Elena, una piccola isola dell’Atlantico, dove morì nel 1821.

 

 

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